La primavera segna l’inizio di una stagione in cui la natura si rende disponibile, offrendo erbe spontanee che arricchiscono la tavola e la conoscenza di chi le sa riconoscere. Questo speciale propone un’introduzione alla pratica del foraging e presenta cinque piante spontanee commestibili che si possono raccogliere con facilità e sicurezza. Un percorso pensato per chi desidera avvicinarsi al mondo della fitoalimurgia con consapevolezza e curiosità, nel rispetto della natura e della propria salute.
Il sole, la pioggia e le temperature che tornano miti fanno esplodere la crescita delle piante spontanee e, in mezzo ai prati, che diventano piccole selve, si nascondono tante erbe buone da mangiare. L’inizio della primavera è un appuntamento da non perdere se si vogliono riscoprire i sapori naturali delle piante commestibili, che nutrono gli esseri umani dagli inizi della loro storia. Per praticare il foraging servono pochissimi attrezzi: un cestino, delle forbici, una lente di ingrandimento. Ma ciò che non deve mancare è la preparazione. Non ci si può improvvisare raccoglitori, perché tra le erbe si nascondono specie tossiche, addirittura letali. Per non sbagliare, basta essere sempre prudenti ed evitare di raccogliere ciò di cui non si è sicuri. Esistono erbe molto comuni e facili da riconoscere, dalle quali partire per portare in tavola sapori e proprietà salutari delle erbe non coltivate.
Cicoria
La cicoria (Cichorium intybus) è un’erba spontanea tra le più famose, dalla quale derivano diverse insalate coltivate. Nonostante la sua grande diffusione, non è tra le piante più semplici da riconoscere, perché le sue foglie si presentano in forme diverse e perché esistono tanti sosia. Ha un caratteristico sapore amaro e tante buone proprietà per la salute: aiuta il fegato e i reni nella disintossicazione, è digestiva e depurativa. Si consuma sia cotta che cruda. In primavera le foglie sono ancora tenere e quindi più gustose. Famoso e gustoso l’abbinamento alle fave, nella ricetta di “fave e cicoria” pugliese. Dalle radici fittonanti si ricava il caffè di cicoria.
Malva
La malva (Malva sylvestris) è un’erba ottima sia da portare in tavola, sia da usare per diversi problemi quotidiani. Ha proprietà emollienti, lassative e calmanti ed è indicata ovunque ci sia infiammazione. Si presenta in rosette con foglie palmato-lobate con venature a rilievo. Si può consumare sempre, anche dopo la fioritura. Anche i fiori sono commestibili e si possono aggiungere freschi alle insalate, cristallizzati o essiccati per fare tisane. Le foglie in cucina si usano prevalentemente cotte, lessate per pochissimi minuti, per evitare che si trasformino in una massa mucillaginosa. Si aggiungono a frittate, salse, risotti o zuppe. In insalata si usano solo le foglie più giovani.
Piantaggine
La piantaggine (Plantago lanceolata) è un’erba molto diffusa, che si incontra tutto l’anno. A primavera, quando riparte la crescita e non è ancora iniziata la fioritura, le sue foglie sono più tenere e buone da mangiare anche crude, in insalata o trasformate in pesto. Si riconosce dalla forma delle rosette e dalle nervature delle foglie, parallele al margine intero e evidenti anche al tatto. Il suo profumo ricorda quello dei funghi champignon. Ne esistono diverse specie dalle proprietà simili: oltre a Plantago lanceolata, citiamo Plantago major e Plantago media. Sono buone da mangiare anche le sue infiorescenze e i suoi semi. Viene usata in fitoterapia contro diarree, dissenterie, per trattare le bronchiti croniche e contro le emorragie.
Saeppola canadese
La saeppola canadese (Conyza canadensis o Erigeron canadensis) è un’erba prolifica che possiamo raccogliere in abbondanza, senza temere di impoverire la biodiversità. Nel territorio italiano si tratta di una pianta aliena invasiva, che è bene contenere. Ha foglie pelose raccolte in una rosetta basale folta, che profumano di peperone. Quando fiorisce, crea un fusto alto che termina con una specie di pannocchia su cui si aprono tanti piccoli capolini. Si mangiano le foglie cotte a vapore da aggiungere a frittate, torte salate o da usare come contorno al sapore di peperone. Le foglie si possono anche essiccare e usare come aromatizzante.
Silene bianca
La silene bianca (Silene alba o Silene latifolia) forma piccoli cespugli di foglie pelose ovali-lanceolate, che vanno consumate prima della fioritura, solo cotte. Se si raccolgono spesso le cimette, si può ritardare la fase di fioritura. Ha un sapore dolce e quindi si presta a entrare in misticanze cotte insieme ad erbe più amare, che andrà a bilanciare. Con le sue fibre e mucillagini ha proprietà depurative, diuretiche e antinfiammatorie.
Il calendario di raccolta
Per sapere quale erba e quale parte raccogliere in questo periodo, puoi scaricare gratuitamente il calendario di raccolta delle erbe spontanee.
Il manuale completo
Erbe spontanee è un manuale che permette di arrivare al riconoscimento certo di 40 erbe commestibili, distinguendole senza dubbi da 152 sosia e 58 specie affini. Il libro è ricco di informazioni sugli usi tradizionali, le ricette e le proprietà.
A cura di Francesca Della Giovampaola
Erbe Spontanee di Wateki Taliana Tobert, Filippo Bellantoni, Francesca Della Giovampaola
Il paesaggio italiano è l’habitat di un’incredibile varietà di erbe spontanee, incluse quelle commestibili. Saperle individuare con sicurezza e utilizzare nel modo giusto è una conoscenza che si costruisce con il tempo e l’esperienza. Adatta sia a chi si avvicina pe…
Francesca Della Giovampaola
Francesca Della Giovampaola è giornalista e permacultrice. Nel 2013 ha fondato, insieme a Filippo Bellantoni, il Bosco di Ogigia, dove coltiva una food forest e si dedica alla divulgazione su …