Nicoletta Cinotti, psicoterapeuta, mindfulness teacher e autrice di numerosi testi sulla mindfulness, affronta in questo speciale il tema dello stress legato al rientro alla routine quotidiana. L’autrice ci guida in un percorso per comprendere come la rabbia, spesso scatenata da queste fasi di transizione, possa essere trasformata in una risorsa di crescita personale.

 

Il rientro alla routine quotidiana dopo un periodo di pausa può essere fonte di stress e frustrazione per molti. Questi sentimenti, se non gestiti adeguatamente, possono facilmente trasformarsi in rabbia, creando un circolo vizioso di emozioni negative.

Il libro Trasformare la Rabbia in Saggezza offre preziosi spunti per affrontare queste sfide.

 

La rabbia non è un'emozione intrinsecamente negativa.

È piuttosto un'energia che il nostro sistema difensivo ci fornisce per rispondere ai pericoli, reali o percepiti. Nel contesto del rientro alla quotidianità, questa "energia" può manifestarsi come irritabilità verso colleghi, familiari o situazioni che prima tolleravamo.

La chiave sta nel riconoscere questa rabbia come un segnale.

 

Ma cosa ci permette di distinguere la rabbia costruttiva da quella pericolosa?

Il primo aspetto ­ vero per qualunque emozione – è la necessità di separare il comportamento dall’emozione. Ogni emozione ha una spinta all’azione e tutte le emozioni sono importanti e hanno il diritto di esistere: è il comportamento che possiamo agire impulsivamente il problema. Un problema che con la rabbia può essere importante perché, essendo un’emozione che si accompagna con molta energia, può renderci molto impulsivi. Ma se separiamo l’emozione, che è sempre lecita, dal comportamento che invece non sempre è adeguato, abbiamo già un primo criterio importante. Poi ci sono altri elementi che ci aiutano a distinguere la rabbia costruttiva da quella distruttiva.

 

La rabbia costruttiva

  • È la risposta vitale alle frustrazioni che riceviamo dall'ambiente. È un'energia che può essere utilizzata positivamente e può essere uno strumento per restaurare l'integrità nella percezione del corpo, soprattutto quando questa integrità è stata compromessa da esperienze passate.
  • Può fornire la spinta necessaria per affrontare situazioni ingiuste o problematiche, motivando all'azione costruttiva. Quando espressa in modo sano, la rabbia può aiutare a stabilire confini personali e ad affermare i propri diritti.
  • La rabbia può fungere da segnale per identificare bisogni non riconosciuti o non soddisfatti, portando a una maggiore consapevolezza di sé e può essere un'opportunità di crescita personale piuttosto che un nemico da reprimere. Attraverso pratiche di mindfulness e self-compassion, possiamo imparare a osservare le nostre reazioni senza giudizio, creando uno spazio tra lo stimolo (lo stress del rientro, per esempio) e la nostra risposta.

 

La rabbia distruttiva è caratterizzata da altri elementi:

  • Reattività eccessiva se, se non gestita, può portare a reazioni sproporzionate, danneggiando relazioni e benessere personale.
  • La rabbia cronica può avere effetti dannosi sulla salute fisica, aumentando il rischio di problemi cardiovascolari e altri disturbi legati allo stress.
  • Espressioni inappropriate che possono portare all'isolamento sociale e a difficoltà nelle relazioni interpersonali.
  • Può essere usata per nascondere emozioni più vulnerabili come paura, tristezza o vergogna, impedendo una vera elaborazione emotiva.
  • Dopo esplosioni di rabbia, spesso segue un senso di colpa o vergogna, che può alimentare ulteriore rabbia, creando un loop negativo.

 

Quando ci sentiamo sopraffatti, possiamo fermarci, riconoscere l'emozione che stiamo provando, e offrirci parole di conforto. Questo semplice atto può interrompere il ciclo di stress-rabbia-stress, permettendoci di rispondere alla situazione in modo più equilibrato.

Praticare con la rabbia, invece che cercare di reprimerla o eliminarla, ci consente di riconoscere quanto è importante rispettare i nostri limiti. Il rientro alla routine può spesso portarci a voler "recuperare il tempo perduto", sovraccaricandoci di impegni. Imparare a dire "no" e a stabilire confini sani è fondamentale per prevenire l'accumulo di stress e la conseguente esplosione di rabbia.

 

Ma come può avvenire questa trasformazione verso la saggezza? In che modo possiamo andare dentro alla nostra rabbia e alle emozioni che spesso nascondiamo con la rabbia, per diventare i nostri maestri zen a domicilio?

Il libro disegna un percorso attraverso tre tipi di approcci che vengono integrati tra di loro: la mindfulness per riconoscere la rabbia senza giudicarla, la self-compassion per trovare forme di conforto che non siano repressive e il lavoro corporeo bioenergetico che ci aiuta a riconoscere in che modo le tensioni del corpo mantengono attive le aree di rabbia. Perché, come dice il padre della bioenergetica, Alexander Lowen, un muscolo contratto è un muscolo arrabbiato.

Il primo movimento interiore che può condurci verso questo cambiamento è l’accettazione: rimproverarci perché proviamo rabbia non serve e rischia di produrre effetti esplosivi. Accettare la rabbia come parte naturale dell'esperienza umana, senza reprimerla o vergognarsene è fondamentale. Nel momento in cui validiamo il nostro diritto a provarla disattiviamo progressivamente la nostra impulsività, quella che ci porta ad agire la rabbia in modo non riflessivo.

Il secondo passaggio, altrettanto importante è indagare le cause profonde della rabbia, spesso legate a ferite passate o bisogni insoddisfatti. Non ci arrabbiamo perché siamo “cattivi”: ci arrabbiamo perché siamo feriti e il nostro sistema difensivo risponde alla ferita. Questo non vuol dire che abbiamo ragione e nemmeno che abbiamo torto: vuol dire che c’è una ferita di cui dobbiamo occuparci. Se ci occupiamo della ferita possiamo trovare modi di esprimere i nostri bisogni costruttivamente: essere in grado di fare una comunicazione assertiva sana, saper mettere i propri limiti, riconoscere com’è la nostra tolleranza della frustrazione, sono tutti aspetti fondamentali per trasformare in saggezza la nostra rabbia.

A questo punto le pratiche di self-compassion e di compassione ci offrono strumenti pratici per integrare la rabbia e vederla come parte di un sistema emotivo più ampio, di cui la rabbia è solo uno degli aspetti in gioco nella propria vita emotiva. In questo modo usciamo dall’illusione che ci fa credere che la rabbia sia l’unico attore coinvolto e iniziamo a vedere quant’è grande il panorama emotivo collegato.

La rabbia non è un nemico da combattere, ma un'energia potente che, se compresa e incanalata correttamente, può portare a una maggiore saggezza e a una vita emotiva più ricca e equilibrata.

Trasformare la rabbia in saggezza di Nicoletta Cinotti

La rabbia è un’emozione spesso difficile da gestire, che tendiamo a reprimere o a disapprovare. In realtà, è l’energia che il nostro sistema difensivo ci fornisce per rispondere ai pericoli. Imparando a padroneggiarla, possiamo sfruttarne la forza per migliorare la nostra…

Nicoletta Cinotti

Nicoletta Cinotti è psicoterapeuta, analista bioenergetica e appassionata mindfulness teacher. Si occupa soprattutto di depressione, disturbi da attacchi di panico, disturbi ansiosi e, grazie alla mindfulness interpersonale, lavora con le …