1 - Per conoscere
La prima buona ragione per studiare la filosofia “in rosa” è il desiderio di sfatare la leggenda che la filosofia sia un tipo di sapere soltanto maschile. Dove, e fino a quando, alle donne è stato praticamente messo un bavaglio, la filosofia femminile è stata più che altro saggezza, domestica e interiore. Non potendo rivestire un ruolo pubblico, con forti limitazioni anche nel semplice uscire di casa, e non avendo dunque rilievo sociale se non come “figlia di” e poi “moglie di”, la donna ha filosofato in casa, sorreggendo, con le parole oltre che con tutto il resto, marito e figli. La filosofia delle donne nella sua versione familiare è stata trasmessa soprattutto da madre in figlia, in una sorta di ferrovia sotterranea che comincia con “mia madre mi diceva”, o “mia nonna o mia zia mi dicevano”, formule che spesso sono state il viatico di una intera vita. Tuttavia, accanto a questo patrimonio che ogni donna conosce bene, ne esiste anche un altro “ufficiale” che in genere è invece poco conosciuto o sottovalutato, tant’è vero che, anche nei libri di filosofia per le scuole, della filosofia al femminile si parla pochissimo. Chiunque, anche chi non ha studiato la materia, sa fornire almeno il nome di un filosofo, spesso ben più di uno. Molto più difficile, invece, è rispondere alla domanda: «Sai chi sono le filosofe più importanti?». Se di qualcosa non si parla, è come se quel qualcosa neppure esistesse, mentre non è così. Il numero delle filosofe è certamente inferiore a quello dei filosofi per ovvie ragioni storiche, ma nient’affatto trascurabile, anzi decisamente significativo.
2 - Per emozionarci
Dovremmo accostarci alla filosofia al femminile non solo con il consueto rispetto e la giusta curiosità che si provano nei confronti di qualcosa che si vuole imparare, ma anche con uno spirito di scoperta e di condivisione che ci permetteranno, di volta in volta, di provare anche forti emozioni tipo la sorpresa, la gioia e anche l’indignazione e la rabbia, allorché ci renderemo conto delle effettive, difficilissime condizioni in cui hanno operato le donne che “ce l’hanno fatta”, ovvero quelle che sono riuscite, nonostante un mondo intero remasse loro contro, a scrivere di filosofia e a divulgare i loro pensieri. Studiare le filosofe non è una scelta settoriale e limitata alla filosofia: l’orizzonte è ben più ampio e include anche la storia sociale, la storia di genere, la storia della civilizzazione e della tradizione.
3 - Per ricordarci della “sorellanza”
Un grande insegnamento che si trae dalla vicenda in generale del nostro sesso è che lo scambio, la parola, l’incontro e la collaborazione, sono sempre stati, per le donne, degli autentici valori. Al contrario di quello che spesso si sente affermare – ad esempio nel (falso, ma diffuso) modo di dire «Il peggior nemico di una donna è una donna» – le donne hanno sempre unito le forze, si trattasse di darsi vicendevolmente una mano con i figli o di operare compattamente, magari in silenzio, delle “congiure” a fin di bene.
4 - Per diventare più sicure
Apprendere che esistono non solo dei grandi maestri di vita e di pensiero, ma anche delle grandi maestre, rafforza la nostra autostima e ci fa portare in alto le nostre teste femminili ancora più orgogliosamente. Anche noi donne abbiamo una storia, abbiamo fatto la storia, e non solo quella privata. Peraltro, se non abbiamo mai riflettuto sulle effettive differenze sul modo di ragionare al maschile e al femminile, questo libro ci consente di affrontare l’argomento. E quando qualcuno ci dirà, con evidenti intenti denigratori, “ragioni come una donna”, potremmo rispondere “meno male, poiché sono una donna”, esattamente come abbiamo sempre fatto, ma con maggior determinazione e con convinzione.
5 - Per riscoprire la nostra “genealogia femminile”
Dobbiamo cercare la donna nelle nostre madri, nelle nostre nonne, nelle donne di famiglia, parlare con loro in profondità, interrogarle, farci raccontare, ascoltarle, capirle. Come scrive la filosofa belga Luce Irigaray, la società patriarcale ha tentato di distruggere il rapporto con la madre a favore del rapporto padre-figlio. Per fortuna tale tentativo è andato quasi sempre a vuoto, perché infinite donne mantengono un legame speciale con la loro madre. È comunque importante, scrive sempre Irigaray, ricordarci che « abbiamo una madre, una nonna, una bisnonna materna e delle figlie». Recuperare la nostra genealogia femminile ci aiuta a conquistare e a custodire la nostra identità.
A cura di Simonetta Tassinari
Il libro rosa della filosofia di Simonetta Tassinari
«Si parla della storia delle donne e del loro pensiero, che non è stato minore, bensì sottovalutato e negato, e anche della contemporaneità nel nostro mondo occidentale, in cui le contraddizioni non mancano se ancora si dice, di una donna determinata, che “ha gli attribut…
Simonetta Tassinari
Simonetta Tassinari è una prof di Storia e Filosofia nei licei. Ha insegnato “Laboratorio di didattica della filosofia” presso l’Università del Molise, è stata tutor universitario del TFA (Tirocinio Formativo …