Le favole dimenticate di Babrio
Le favole, ragazzo mio, ci parlano di una realtà oggi dimenticata. Durante l’età dell’oro, infatti, anche gli altri animali avevano una voce articolata e sapevano fare discorsi: le loro assemblee si tenevano in mezzo ai boschi. Parlava la pietra e chiacchieravano tra loro le foglie di pino, parlavano anche i pesci con la nave e il marinaio, e i passeri s’intendevano col contadino. Una raccolta di 100 favole illustrate, alcune molto note in una nuova versione, come Il lupo e l’agnello e Il corvo e la volpe, e tante altre più rare o sconosciute, in cui gli animali e gli dei parlano con noi e di noi, rispecchiando i nostri vizi e le nostre virtù. Babrio è un poeta di lingua greca, forse di origine italica, vissuto nel II secolo e noto agli studiosi per aver ripreso e rielaborato le favole di Esopo con sapienza poetica, garbo e ironia. Fino a oggi la sua opera è rimasta confinata in ambito accademico e non ha conosciuto una diffusione presso il grande pubblico, come è accaduto a Fedro e La Fontaine. Un’assenza imperdonabile, cui questo libro intende porre rimedio, restituendo ai lettori di tutte le età le favole di questo autore classico, troppo a lungo dimenticato.